Uomo sbagliato?

MM
Sono le 20.50 e Lord G è seduto ad un tavolo un po’ defilato. Un cameriere in camicia bianca e pantaloni neri mi si avvicina e con tono gentile dice: -“La posso aiutare?”-“No, grazie. Ho trovato chi dovevo trovare.” 12556053_999830376757193_1322809326_nGli dico con un mezzo sorriso e con voce stranamente ferma. Prendo lo specchio dalla borsa e ravvivo il rossetto. Lord G indossa un abito blu un po’ sgualcito, reduce della giornata in ufficio. Non ha la cravatta, evidentemente se l’è tolta per cercare di dare un tono d’informalità all’incontro.

Accanto alla sedia su cui è seduto vedo la sua ventiquattrore di cuoio marrone. Mi è sempre piaciuta molto quella borsa, ha il profumo di un tempo lontano. Tra le mani il telefono con cui continua ad armeggiare, ma che in realtà non guarda: è il deterrente per gli sguardi curiosi.
Potrei ancora andarmene, penso. Basterebbe un semplice giro su me stessa e sarei perfettamente allineata all’uscita, ma questa sera comandano i miei piedi e loro mi portano decisi verso il mio passato.
-“Sei qui”, dice compiaciuto Lord G, “lo sapevo che saresti arrivata”.
-Interessante, lui lo sapeva e io invece no. E se proprio la devo dire tutta, non sono pienamente convinta di averla presa io questa decisione, potrei dire che per il 50% l’ha presa Oscar Wilde e per l’altro 50% i miei piedi. Questo è quello che sto pensando, ma decido di non dirglielo. –
-“Come sta tua cugina?”, gli chiedo sulla difensiva mentre mi siedo.
-“Mia cugina?” risponde confuso.
-“Si, Anna Corti, mi ha detto che è tua cugina. Qualche giorno fa ha fatto un colloquio nell’agenzia per cui lavoro.”
-“Quella è l’agenzia per cui lavori? Veramente?” dice stupito “Io ho saputo che stavano cercando personale da una ragazza carina sui 25 anni, accento indefinito che fa sempre colazione in un bar accanto al mio studio. Si chiama…”
-“Cleo.” Dico ferma.
-“Esatto, Cleo. Una mattina stavo chiacchierando con lei del più e del meno e le ho detto che mia cugina stava cercando lavoro. Lei mi ha detto che nella sua agenzia stavano facendo dei colloqui e mi ha dato l’indirizzo che io ho passato ad Anna.”
-“Ok, e secondo te io credo che Cleo, che tra parentesi è la mia stagista, non ti abbia mai fatto il nome dell’agenzia? Agenzia, tra l’altro, a te nota visto che mi hai mandato delle email a quell’indirizzo di posta elettronica.” Dico infastidita.
-“No”, risponde calmo, “Mi ha detto la via e il numero di telefono. Tutto qui. Nessun nome. Ti ordino un Traminer?”
Sospiro irritata. Il cameriere che si è avvicinato per prendere l’ordinazione capisce che non è il momento opportuno e s’allontana.
-“Sei lo stesso paraculo, ipocrita e bugiardo di otto anni fa.” Gli dico d’un fiato. “Tu credi di poter raccontare quello che vuoi alle persone, pensi che tutti cadano indistintamente ai tuoi piedi vittime del tuo fascino e delle tue parole al miele. T’immagino a quel bar con Cleo. Vedo le tue occhiate, i tuoi modi gentili. Te la sei già portata a letto? No, anzi non lo voglio sapere. Comunque, per la cronaca, ha 23 anni, non 25 e io ora me ne vado.”
-“Mad, non alzarti. Per quello che conta io questa Cleo la vedo al bar e basta. È una ragazza piacevole con cui fare quattro parole la mattina prima di andare in studio. Tutto qua. Non ho nemmeno il suo numero di telefono. Ma perché t’infastidisci?”
-“M’infastidisco perché io di te non mi fido. Perché compi sempre gli stessi passi falsi. Perché ho sbagliato a venire qui, ma credevo…non so nemmeno io quello che credevo.”

Apro la borsa per prendermi una sigaretta e vedo il telefono illuminarsi
“Sono appena atterrato. Come va Meraviglia? Prima ti ho sentita un po’ strana, stanca. Ti sei fatta un bagno rilassante?” WhatsApp Ore:21.50 Contatto: GiacomoMaria

Guardo Lord G negli occhi e gli dico: “Io me ne vado. Non cercarmi.”

 Onestà intellettuale: è vero, Lord G ha ragione. Mi sono infastidita. E sapete veramente perché? Perché pensavo di essere io la persona che lui conosceva in agenzia non Cleo. Perché volevo credere che avesse fatto fare il colloquio a sua cugina per avere delle notizie su di me. Perché alle volte sono una stupida romantica. Perché quella sera, in quel giardino, mentre mi parlava, ho sentito un profumo nell’aria che non sentivo da tempo. Perché lui è l’uomo sbagliato che mi ha fatto sentire viva.

M.M.

© Mademoiselle M

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