Il prima, il dopo e la strategia.

MM
parola-di-strategia-scritta-sul-blocco-di-legno-abc-di-legno-75233837Fuori dalle finestre la giornata non è delle migliori: soffia un po’ di vento e il sole è coperto da qualche nuvola. Vedo La Naif davanti a me che gesticola convinta mentre parla di una strategia per un nuovo cliente. Ascolto tre parole ogni dieci. Sento brand, mission, focus target… e annuisco in modo automatico. Non è che sono annoiata, certo La Naif è altamente prolissa, ma in realtà io sto pensando ad altro.

Sto pensando che in ogni relazione, lavorativa, d’amicizia o d’amore, ci sono dei fatti importanti che ne scandiscono la temporalità. In alcuni casi i fatti sono belli, piacevoli addirittura amabili. In altri casi sono fastidiosi, amari, irritanti. Ecco, quando capitano questi fatti la mente in modo del tutto autonomo mette a confronto quello che è accaduto prima di questi fatti e quello che è accaduto dopo. Il fatto in questione, per me, è la mattinata di GiacomoMaria allo showroom Didotti in compagnia della “mora con cappottino tre quarti di ottima fattura”. Per me quel fatto è inspiegabile. Ed è inspiegabile per un sacco di motivi diversi. Ero certa che con il passare dei giorni GiacomoMaria facesse un accenno a quella mattina. Pensavo a qualcosa del tipo “sai Meraviglia, la vita è proprio strana, ti ricordi il giorno della mia super riunione? Alla fine è saltata. Immagina il mio umore…sono sceso al bar per un caffè e per strada ho incontrato una vecchia amica che indovina un po’, mi ha trascinato da Didotti perché deve arredare il suo nuovo appartamento. Ho cercato di dirle che ero occupato, ma lei mi ha preso sottobraccio e   dopo meno di dieci minuti ero dentro allo showroom .”
Forse altamente surreale come possibile affermazione/spiegazione di GiacomoMaria, ma dato che quello che ho visto mi è sembrato assolutamente reale necessito di qualcosa di assolutamente surreale per spiegarmelo. Inutile negare che quel fatto che ho visto in modo del tutto casuale abbia creato una linea rossa lampeggiante nella mia testa fatta di un “prima della mora con cappottino tre quarti di ottima fattura” e un “dopo la mora con cappottino tre quarti di ottima fattura”. Dopo quella mattina tra me e GiacomoMaria è cambiato qualcosa: gli sguardi sono sospettosi, le parole restie, le sensazioni filtrate. O meglio, i miei sguardi sono sospettosi, le mie parole sono restie e le mie sensazioni sono filtrate. Forse per lui sarà tutto uguale. Anzi, per lui sarà sicuramente tutto uguale.
Il punto è che devo fare qualcosa. Devo agire  e come il cliente di cui mi sta parlando La Naif ho bisogno di una strategia.

A rompere la mia concentrazione il trillo del telefono e la voce di Cleo che mi dice: -“Giorgina per te. Te la passo.”

Scuoto un attimo la testa per tornare sul pianeta Terra, faccio un cenno a La Naif dicendole che ci metterò un attimo e nel giro di 15 secondi sono al telefono con Giorgina che con la sua vocina fa diventare un problema anche la cosa più semplice e ovvia del mondo. Fino a quando mi dice -“ Ti è piaciuto il divano alla fine?”
Faccio una faccia perplessa sperando che Giorgina non mi possa vedere (lo so che siamo al telefono e che lei ovviamente non mi può vedere, ma vi assicuro che la mia faccia è veramente perplessa, quel genere di perplesso che si può vedere anche al telefono)  e le chiedo –“Quale divano?”
-“Quello che è venuto a vedere qualche giorno fa il tuo ragazzo. Da quello che ho capito ha visto più di un divano in realtà. Mi ha detto che vuole rimodernare casa e cambiare i mobili. Era lì con un architetto. L’ho intravisto prima che uscisse, se non mi avesse detto che era in ritardo per un appuntamento mi sarebbe sembrato che gli avesse dato fastidio incontrarmi.”
-“A, il divano, me ne ero scordata.” Dico con una voce rassicurante, fingendo spudoratamente. Ma senza perdere lucidità continuo -“Come ti è sembrato l’architetto? Tu ne vedi così tanti che sicuramente avrai l’occhio allenato.” Sviolinata in piena regola per carpire qualsiasi tipo di informazione su quello che ha visto.
Giorgina tentenna. Prende fiato. Non risponde subito. E’ come se sapesse che in questo momento sto pendendo dalle sue labbra e stesse mettendo in scena un rituale punitivo.
Lei non sa che GiacomoMaria non ha la minima idea di rimodernare casa, ma io si, come so anche che quella donna non è un architetto. O meglio non è il suo architetto. La mia sete d’informazioni aumenta.
-“Sinceramente non ci ho parlato. L’ho vista di sfuggita da lontano e GiacomoMaria mi ha detto che è l’architetto che segue i lavori. Bella donna comunque: alta, mora. Chissà quanto tempo passano insieme.”
Tipico di Giorgina, il veleno è sempre nella coda.

Onestà Intellettuale: che la strategia abbia inizio.

M.M.

© Mademoiselle M

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